

Un anno dopo, nel 1061, Ruggero tornò con molti più uomini e imbarcazioni e riuscì a conquistare la Sicilia. Questi, fervente cattolico, negò l'aiuto ma la fata decise di mostrargli le sue capacità magiche: con la sua magia fece apparire l'isola molto più vicina, ma comunque Ruggero rifiutò. Avendo capito le intenzioni di Ruggero, decise di offrirgli il suo aiuto.

Morgana,infatti, aveva condotto Re Artù alle pendici dell'Etna affinché qui scaldarsi la sua spada Excalibur ma, rimasta affascinata dall'isola, decise di rimanervi edificando un castello di cristallo nelle profondità delle acque dello Stretto di Messina. Ruggero continuò così a passeggiare, ancora in pensiero, ma questa volta sul suo cammino incontrò la fata sorgere dalle acque dello Stretto. Poco più distante da lui si trovava un eremita, al quale Ruggero chiese cosa fossero quei suoni e quel profumo e il quale gli rispose che fossero gli oppressori della Sicilia. Così, perso a camminare lungo la costa Calabrese pensando ad un modo per attraversare lo stretto, iniziò a sentire odore di zagare e un suono di guerra mista a lamenti. Nel frattempo Ruggero ottiene l'autorizzazione dal Papa Nicola II, ma ancora non possedeva un'imbarcazione necessaria per ospitare tutti i suoi soldati.

I tre cavalieri giunsero a Mileto, portandole in dono una spada a due mani e una croce, le spiegavano che i siciliani erano disposti a tutto pur di disfarsi dalla tirannia Araba. Un'altra versione del mito italiano buone che nel 1060 aiutò il condottiero normanno Ruggiero d'Altavilla per liberare l'isola di Sicilia dalla dominazione Araba (presente in Sicilia da oltre 300 anni): i tre cavalieri messinesi (Cola Camuglia, Ansaldo da Patti e Jacopino Saccano) decisero di sfidare i regnanti Musulmani approfittando della presenza di Ruggero d'Altavilla dall'altro lato dello Stretto di Messina.
